Secondo un rapporto dell’ONU pubblicato il 15 febbraio 2022, l’inquinamento generato da Stati e aziende ha causato, a livello globale e nello stesso periodo, un maggior numero di decessi rispetto al COVID-19. L’Organizzazione Metereologica Mondiale delle Nazioni Unite ha recentemente allertato il mondo che nel 2021 si sono registrati i più alti tassi di inquinamento atmosferico. I monitoraggi della qualità dell’aria nelle città italiane riportano costantemente la concentrazione di PM2.5, PM10 e NO2 oltre i limiti suggeriti dall’Oms.

Il paradigma dello “sviluppo sostenibile” ha fallito e va superato. In generale è emerso il limite termodinamico dell’economia di mercato, già teorizzato negli anni settanta dall’economista Georgescu-Roegen. Lo sviluppo sostenibile è stato il primo modello proposto su scala mondiale per tentare di mantere in equilibrio il “sistema Pianeta Terra”, cercando di conciliare la sostenibilità ambientale con l’utopia della crescita infinita. Ma questo non basta più: lo sviluppo sostenibile non sta riuscendo a bloccare la corsa all’esaurimento delle risorse e dell’aumento dell’inquinamento.

Per quanto riguarda i trasporti, la Commissione Europea ha definito insufficienti le politiche che mirano solo al miglioramento dell’efficienza dei veicoli, perché riducendo i costi per km si può provocare l’effetto-rimbalzo causando un incremento della domanda. Si deve quindi necessariamente tornare a parlare di nuovi paradigmi da adottare per la gestione della vera e propria emergenza socio-ambientale in atto.

La decrescita sostenibile ha tradizionalmente postulato 8 obiettivi interdipendenti, chiamate le “8 R” (Rivalutare, Ricontestualizzare, Ristrutturare, Rilocalizzare, Ridistribuire, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare). Su questa falsariga proponiamo gli 8 obiettivi strategici per la mobilità del futuro:

  • Ripensare… nel suo complesso la pianificazione della mobilità, in particolare nelle aree urbane, in modo che i servizi di  TPL siano nativamente integrati con le modalità di mobilità più sostenibili rispetto alla mobilità privata motorizzata (servizi a chiamata, bike/car sharing, car pooling, navette aziendali, ciclabili etc etc).
  • Ricontestualizzare… le scelte politiche per gestire l’emergenza socio-ambientale. Occorre una pianificazione di lungo periodo, condivisa politicamente in modo trasversale, per mettere in atto scelte coraggiose, anche potenzialmente impopolari nel breve periodo, al fine di introdurre discontinuità che possano produrre risultati e benefici sensibili e consentano di far adottare ai cittadini nuove, e più sostenibili, abitudini.
  • Rimodulare… il modello economico alla base del finanziamento del TPL e delle infrastrutture, creando meccanismi virtuosi di finanziamento (ad esempio secondo il principio di “internalizzazione dei costi esterni della mobilità” = “chi inquina paga”) ed introducendo gradualmente la gratuità dei servizi di TPL di pari passo con la regolamentazione/razionalizzazione dell’utilizzo dei mezzi privati (ad esempio attraverso il road pricing e la regolamentazione degli accessi alle aree urbane).
  • Rilocalizzare… i servizi per avvicinarli al cittadino (secondo il modello della “città dei 15 minuti”) e riqualificare gli spazi urbani, emancipandoli progressivamente dall’uso esclusivo delle auto, al fine di migliorare la vivibilità delle persone nelle città.
  • Ridurre… le esigenze di spostamento delle persone ed il trasporto privato, riducendo di conseguenza anche i consumi e le emissioni, nella consapevolezza che non sia sufficiente un trasporto collettivo a zero emissioni.
  • Riutilizzare… quando possibile le infrastrutture esistenti (es. tranvie, ferrovie regionali etc) ed incentivare l’uso/riuso condiviso dei mezzi, sia pubblici che privati, secondo i principi della sharing economy.
  • Rimodernare… i servizi di TPL adottando un approccio più orientato alla qualità, anche attraverso un ascolto proattivo dell’utenza e una maggiore cura della “esperienza dell’utente”.
  • Riorientare… l’opinione pubblica verso una maggiore consapevolezza socio-ambientale, attraverso campagne di sensibilizzazione e comunicando chiaramente l’impatto delle proprie scelte individuali.